Disturbo di elaborazione sensoriale: approccio clinico e interventi terapeutici basati su evidenze

Pubblicato il 31 ottobre 2024 alle ore 17:30

Introduzione

Il Disturbo di Elaborazione Sensoriale (SPD) è una condizione neuropsicologica complessa, caratterizzata da difficoltà significative nella capacità di processare e rispondere in modo appropriato agli stimoli sensoriali, compromettendo spesso la qualità di vita e la funzionalità del soggetto. Riconosciuto come una disfunzione neurologica a sé stante, il SPD può presentarsi in individui senza condizioni comorbide come l'autismo o il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD), manifestando sintomi specifici di sovra-reattività, sotto-reattività o ricerca continua di stimoli sensoriali. Negli ultimi decenni, i progressi nella neuroimaging e nella ricerca hanno fornito una base neuroanatomica sempre più solida per la SPD, sottolineando la necessità di interventi terapeutici specializzati e integrati per affrontare questa condizione​

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Aspetti neurobiologici e strutturali

Studi recenti di neuroimaging hanno evidenziato anomalie specifiche nella microstruttura della materia bianca dei soggetti con SPD, principalmente nelle aree del cervello deputate all'integrazione multisensoriale, come i tratti che collegano i sistemi visivo, uditivo e somatosensoriale. Queste differenze strutturali influenzano la capacità del cervello di coordinare le informazioni sensoriali in modo integrato, alterando la risposta agli stimoli e supportando l'idea che la SPD sia una condizione neuroanatomica unica e distintiva​

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Modelli di risposta e meccanismi di elaborazione sensoriale

Il Disturbo di Elaborazione Sensoriale si manifesta in tre principali modalità:

  1. Iper-reattività agli stimoli, in cui i soggetti mostrano risposte intense o evitano specifici stimoli (es. rumori, contatto fisico).
  2. Ipo-reattività agli stimoli, con una risposta ridotta agli stimoli ambientali.
  3. Ricerca di stimoli sensoriali, caratterizzata da comportamenti mirati all’acquisizione di input sensoriali intensi (es. girarsi su se stessi, saltare).

Questi modelli di risposta rappresentano una disfunzione nel processo di integrazione sensoriale, influenzando non solo la regolazione sensoriale, ma anche le capacità di regolazione emotiva e comportamentale​

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Interventi clinici: metodologie affettive, parent training e ergoterapia

Gli approcci terapeutici per il trattamento della SPD sono oggi fortemente supportati da evidenze scientifiche e includono metodi affettivi, parent training, esercizi fisici e percorsi neuropsicomotori che combinano input sensoriali e sfide motorie. L’obiettivo è di migliorare la risposta adattativa e facilitare l’integrazione sensoriale tramite approcci evidence-based, come spiegato di seguito:

  1. Metodi affettivi e parent training
    Il coinvolgimento affettivo, insieme al parent training, consente ai genitori di acquisire strumenti pratici per supportare la regolazione sensoriale del bambino. Attraverso il coaching e il counseling, i genitori sono guidati a creare un ambiente emotivamente sicuro, in cui il bambino può sentirsi accolto e imparare a modulare le proprie reazioni agli stimoli​

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  2. Esercizi in palestra con Lycra e percorsi neuropsicomotori
    Le sessioni di esercizi con Lycra, utilizzate in ergoterapia, offrono un input propriocettivo che migliora la consapevolezza corporea e la regolazione sensoriale. L’uso di Lycra, insieme ad attività motorie strutturate come salti e percorsi psicomotori, fornisce stimolazione multisensoriale e favorisce la creazione di nuovi percorsi neurali che aiutano il bambino a sviluppare una risposta adattativa​

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  3. Percorsi di neuropsicomotricità in ergoterapia
    I percorsi neuropsicomotori, comunemente applicati nei programmi di ergoterapia, comprendono attività che combinano input multisensoriali e movimenti strutturati, come arrampicate e salti, per migliorare la capacità di coordinazione e di pianificazione motoria del bambino. Questi esercizi risultano efficaci nel promuovere una regolazione sensoriale equilibrata e sono riconosciuti come pratiche evidence-based per l’integrazione sensoriale​

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Evidenze scientifiche e prospettive future

Il riconoscimento della SPD come disfunzione neurologica specifica supporta lo sviluppo di trattamenti più mirati e una diagnosi tempestiva, fondamentale per ridurre l’impatto della condizione sulla vita quotidiana e sullo sviluppo socio-emotivo. I programmi di intervento basati su evidenze cliniche, che combinano aspetti affettivi e percorsi sensoriali strutturati, promuovono la plasticità cerebrale e contribuiscono a una risposta sensoriale più adattativa. Le future ricerche dovrebbero approfondire i marcatori genetici della SPD e sviluppare tecniche diagnostiche avanzate per facilitare l’identificazione precoce e il trattamento della SPD​

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Conclusioni

La SPD rappresenta una sfida terapeutica che richiede approcci integrati e basati su evidenze. Attraverso metodologie affettive, parent training, interventi di ergoterapia e percorsi neuropsicomotori, i professionisti possono offrire un supporto efficace ai pazienti con SPD, migliorando la loro qualità di vita e facilitando la loro integrazione sociale. Le prospettive future indicano una crescente importanza per la ricerca e l'implementazione di tecniche di neuromodulazione e realtà virtuale, che, integrate con pratiche tradizionali, promettono di ampliare l'efficacia dei trattamenti per questa complessa condizione neuropsicologica.

 

Bibliografia per l'articolo

  1. Ayres, A. J. (1972). Sensory Integration and Learning Disorders. Los Angeles: Western Psychological Services. Questo testo rappresenta uno dei primi lavori completi di Ayres sulla Teoria dell'Integrazione Sensoriale, descrivendo le basi teoriche e applicative del trattamento per SPD.

  2. Vicari, S., Mandolesi, L., & Turriziani, P. (2022). Sensory Processing Disorders in Children and Adolescents: Taking Stock of Assessment and Novel Therapeutic Tools, Brain Sciences, 12(11), 1478. Questo studio affronta le metodologie di diagnosi della SPD e propone approcci innovativi nel trattamento, tra cui tecniche di neuromodulazione. Disponibile su MDPI: doi.org/10.3390/brainsci12111478

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  3. Marco, E. J., Owen, J. P., Desai, S., & Mukherjee, P. (2013). Abnormal White Matter Microstructure in Children with Sensory Processing Disorders. NeuroImage: Clinical, 2, 844–853. Questo studio pionieristico utilizza tecniche di neuroimaging per evidenziare le anomalie della materia bianca nei bambini con SPD. Disponibile su ScienceDirect: doi.org/10.1016/j.nicl.2013.06.009

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  4. Miller, L. J., Anzalone, M. E., Lane, S. J., Cermak, S. A., & Osten, E. T. (2007). Concept Evolution in Sensory Integration: A Proposed Nosology for Diagnosis. The American Journal of Occupational Therapy, 61(2), 135–140. Questo articolo propone una classificazione diagnostica della SPD basata sulla ricerca clinica e sull’esperienza terapeutica, rafforzando la teoria di Ayres sull'integrazione sensoriale. Disponibile su: ajot.aota.org

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  5. Neuroscience News. (2013). Breakthrough Study Reveals Biological Basis for Sensory Processing Disorders in Kids. Questo articolo divulgativo descrive la scoperta delle anomalie nella materia bianca, indicando una base biologica per la SPD. Disponibile su: neurosciencenews.com

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  6. Frontiers in Integrative Neuroscience. (2009). Importance of Multisensory Stimulation and the Role of Challenge and Success. Questo articolo sintetizza le teorie di Ayres sull'integrazione multisensoriale e i suoi benefici clinici, supportando la SPD come disturbo neurologico e il trattamento tramite attività multisensoriali. Disponibile su: frontiersin.org

 

 

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